Stand By Me e Vision Distribution
presentano
ITALIA 1982
UNA STORIA AZZURRA
Prodotto da
Simona Ercolani
Regia di
Coralla Ciccolini
Direzione artistica di
Beppe Tufarulo
NELLE SALE DA LUNEDÌ 11 LUGLIO
A quarant’anni dalla storica finale dei Mondiali dell’82, “Italia 1982, una storia azzurra” racchiude le testimonianze dei protagonisti della nazionale azzurra e dei giornalisti dell’epoca e ripercorre quei momenti che restano impressi nella memoria collettiva del nostro Paese.
Tutti ricordiamo l’esplosione di gioia dopo la vittoria, quella partita a carte col Presidente Sandro Pertini sul volo di rientro in Italia, ma pochi conservano la memoria di tutto ciò che è accaduto prima. La diffidenza verso gli azzurri guidati da Enzo Bearzot, le polemiche, gli scontri con la stampa. E poi ancora: la sofferenza e la tenacia che hanno portato la nazionale e il suo allenatore ad alzare la coppa, scuotendo un intero Paese.
Grazie a una rigorosa e vastissima ricerca di materiali di repertorio in Italia e all’estero, che ha permesso di recuperare immagini mai viste, questo documentario è un racconto inedito di un’impresa epica che ha segnato un’epoca.
Alla vigilia del Mondiale ‘82, l’Italia è in preda a una crisi economica, sociale e politica. Terrorismo, mafia, droga, disoccupazione e persino il terremoto affliggono un paese privo di punti di riferimento, se non quello rappresentato dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Gli italiani – divisi come non mai – navigano nella tempesta, ma hanno bisogno di una scintilla di speranza.
In quel momento, la nazionale di calcio è lo specchio del Paese. Gli Azzurri e il loro allenatore, Enzo Bearzot, sono visti con diffidenza, come una compagine rabberciata di giovani inesperti e campioni al tramonto, un gruppo di perdenti con un bomber designato – Paolo Rossi – che è appena uscito da due anni di squalifica per calcio scommesse.
La nazionale ha tutti contro sin dalle convocazioni: i giornalisti, la Federazione, i tifosi. E prima il ritiro di Alassio e poi quello di Pontevedra in Spagna sono uno stillicidio, sia per i giocatori sia per il Commissario Tecnico Bearzot.
Freddo, glaciale, asciutto e deciso, il vecio Bearzot si pone quasi come un padre per i suoi 22 calciatori, che decidono di seguire unicamente la sua voce come fosse quella del loro generale. Anche quando – dopo le prime tre deludenti partite del Mundial – la situazione precipita rovinosamente e la squadra rischia l’eliminazione.
È da qui che ha inizio il documentario: nel momento in cui ogni speranza sembra perduta e una bufera mediatica si abbatte sugli azzurri.
Il documentario si snoda tra interviste ai protagonisti e immagini d’epoca inedite: vecchi u-matic ritrovati in archivi locali, fotografie rarissime e mai viste prima di Giuseppe Mantovani, che ritrasse la squadra durante il ritiro pre-mondiali. Immagini e foto che restituiscono un racconto esclusivo dei giorni presso la Puerta Del Sol di Alassio, il luogo storico dove il viaggio verso il mondiale ha avuto inizio, mostrando i nostri Azzurri in una veste insolita e molto intima. Altre foto straordinarie sono arrivate dall’archivio La Presse, con il cui contributo sono stati ritrovati i rullini del fotografo Cesare Galimberti, tra cui si nascondevano molti scatti di Daniele Massaro, autorizzato da Bearzot a scattare foto inedite degli Azzurri a bordo campo. Per il calcio giocato, sono stati scelti dagli archivi della FIFA i ‘rushes’, cioè le immagini più sporche con punti di vista inediti delle azioni della Nazionale.
Il racconto del Mondiale – con le partite, gli allenamenti, le polemiche, il tempo libero – si alternerà così alle vicende dei giocatori e del Paese. Vedremo i nostri protagonisti diventare più forti e compatti ogni giorno di più e sconfiggere via via ogni avversario. Scopriremo i segreti dello spogliatoio ma anche cosa si nascondeva nei pensieri e nelle vite dei ragazzi in quei giorni: problemi, preoccupazioni, tormenti vissuti nell’occhio del ciclone. E in silenzio.
Quel silenzio che viene squarciato da un urlo nella notte madrilena dell’11 luglio 1982: a urlare è Tardelli, all’unisono con tutti gli italiani. Gli anni ’70 finiscono davvero, quando gli azzurri alzano la coppa di questo Mondiale vinto da soli contro tutti e con il merito di scuotere un Paese.
Con le loro gesta i calciatori del 1982 non cambieranno solo i loro destini, ma ispireranno anche le azioni di un’intera generazione con un insegnamento profondo e imperituro: si può eccellere anche in mezzo a grandi difficoltà.
“La partita è come un pezzo di jazz.
Tu che dirigi fai in maniera che i singoli interpreti si adattino di volta in volta
al pezzo da suonare, così come alla partita da giocare.
Ma sempre in funzione dell’assolo del solista, perché è quello che mette i brividi
ed è grazie a quello che si vincono le partite.”
(Enzo Bearzot)